Autostima:quando manca l’equilibrio narcisistico nel senso del sè

picassoCarl Gustav Jung scrisse in  ” Psicologia dell’inconscio” (1942) “è vero ciò che dice Freud a proposito della rimozione dell’Eros, ma l’attività psichica non è solo quello, anzi ciò è solo una piccola parte”.

L’equilibrio narcisistico corrisponde alla propria autostima ossia  alla capacità di riconoscersi  e comprendersi con le proprie molteplicità, alla sensazione dice Kohut di sentirsi coesi.  Nel disturbo narcisistico l’armonia con se stesso e con l’altro è compromessa. Quando manca l’autostima si rischia di vivere nella coppia, nelle amicizie e nelle relazioni in genere,  condizioni di pesante asimmetria relazionale. Ci sono donne che sono recidive, si ritrovano a vivere relazioni il cui legame non permette di esprimersi, di auto realizzarsi e di sentirsi in contatto autentico con se stesse poichè si aderisce all’idealizzazione dell’altro. Nella coppia non è sempre facile percepirsi come funzionale e felice poiché  manca un profondo amore per il senso del sé.

Le motivazioni di base sono inconsce e profonde. La donna o l’uomo in questione tendono a cercare relazioni di appoggio e di dipendenza in cui a dominare o a manipolare il proprio senso del sé  è il proprio  partner  narcisista, che tenzialmente soddisfa con l’altro le sue carenze personali trascurando i bisogni dell’altro, proprio perchè non è a pieno contatto con i suoi.

La persona dipendente soffre, ma a differenza di quanto si crede anche la personalità narcisistica sta male: è carente nei propri bisogni,  li esaspera, cerca compiacenza e  compiace con fascino per ottenere, soffre, manca di empatia e fa soffrire l’altro. La personalità dipedente d’altro canto non è capace di autonomia ma è incastrato alla ricerca dell’idealizzazione perfetta, in qualcuno che possa farla sentire forte, più accettata.

Sono relazioni che a lungo andare generano una sofferenza per entrambi i partner,  poiché il “narcisista patologico” soffre la mancanza di  un nutrimento mai avuto  in  un legame che  famelicamente ricerca nell’altro per la  conferma di sé. Il “dipendente” sente che manca l’armonia con se stesso e con la propria realizzazione, è regolato sulle esigenze dell’altro e persegue questo bisogno per altre carenze vissute.

Non è semplice uscire da queste relazioni “disturbanti” spesso ritrovano in questa disfunzionalità il loro equilibrio. Manca sia il reale riconoscimento  di sè  che dell’altro come persona,  i propri  ideali e i personali valori  di vita.  In entrambe le situazioni, queste persone non hanno avuto la possibilità di raggiungere un “equilibrio narcisistico” che corrisponde al benessere di sé e alla propria autostima  e alla possibilità di percepirsi come persone degne di essere, al di là della affamate conferme e la possibilità di mantenere salda la propria autostima in base a principi,  valori, ambizioni e ideali produttivi.  I bisogni quindi sono disconosciuti poichè non ci si conosce e si adottano degli atteggiamenti disturbanti espressi in eccesso senza conoscerne il perchè. Il senso del sè storico, cioè la conoscenza della propria storia in relazione con gli altri e le persone significative permette di comprendersi meglio e di abbassare quel livello di eccesso che rovina le relazioni stesse e la percezione di se stessi in maniera coesa ma flessibile.

Quando manca l’equilibrio narcicistico  predomina sempre la sofferenza poichè si è poco consapevoli della propria storicità, dei propri bisogni,delle proprie ambizioni   e spesso delle conseguenze che riguardano le proprie scelte e realizzazioni. La terapia è un percorso graduale e la comprensione di sè e dell’altro aiuta ad alleviare il senso di sofferenza e a vivere più serenamenete, poichè ci dsi comprende maggiormente.

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