10 Ottobre – Giornata della Sanità Mentale

  P_20160729_100354_1.jpgSottovalutare  il significato della sintomatologia incrementa la possibilità
                         che si cronicizzi in patologia

Le avvisaglie che qualcosa non sta ben funzionando a livello psichico sono spesso sottovalutate, minimizzate e i problemi che si avvertono a livello emotivo, umorale, cognitivo, somatico  con compromissione relazionale passano in secondo piano, e intanto ostacolano dei processi di crescita importanti.

La prevenzione è fondamentale, i ragazzi spesso cominciano l’esordio di una malattia già all’età di 16 anni ed è qui che è importante intervenire per capire cosa non sta funzionando e cosa si può a fare. Anche gli adulti ovviamente hanno problemi di smarrimento, ma per fortuna nel buon senso della cura di sé, l’area della sanità mentale sta sempre entrando nella cultura attuale.

 I giovani tra l’altro presentano problematiche legate alla propria identità e sono proprio questi problemi di smarrimento che portano poi a condizioni di psicosi, di depersonalizzazioni, di deragliamenti della personalità e dissociazioni psichiche.

La prevenzione delle malattie psichiche è fondamentale,  i giovani vanno aiutati e sostenuti nel loro processo di crescita e identitario e molti riescono ad uscire  da quella botola di incastro evolutivo che si stava innescando. In psicoterapia si sostiene la persona, e se il disturbo non si è cronicizzato si lavora sulla possibilità di sbloccare processi di crescita. Ci vuole pazienza e fiducia, perché la terapia è soprattutto una nuova relazione che gradualmente, ma dalla mia esperienza solo con la continuità terapeutica, c’è la possibilità di sbloccare irrigidimenti che ostacolano al crescita psichica.

La sintomatologia è semplicemente un disagio che parla del malessere soggettivo e relazionale:

Malcontento nella propria vita e precoci relazioni disturbate creano basi nocive per la crescita, solitamente c’è un’area sintomatica che si manifesta come: depressioni, paranoie, e ansie eccessive. In tutto questo è coinvolta l’area più complessa e delicata della soggettività, della crescita e dell’identità.

A volte traumi, ansie, depressioni, relazioni altamente disturbate da domini e sottomissioni tendono a non essere comprese e si perdono nella cronicizzazione del caso.

Più delle volte c’è necessità di un grande sostegno emotivo, di elaborazioni, di una nuova relazione terapeutica, di una possibilità più prettamente espressiva che aiuta a ritrovarsi poiché i problemi psichici riguardano proprio quei funzionamenti del sé che in quel momento non stanno funzionando.

Il disagio a lungo termine, può purtroppo cronicizzarsi  e permanere senza avere la possibilità di essere ascoltarlo veramente.

In seguito la sintesi di alcuni disturbi e sintomatologie frequenti:

-Disturbo di panico: la caratteristica del disturbo di panico è per l’appunto l’attacco di panico che si verifica in un periodo preciso con disagio intenso che raggiunge il suo picco in pochi minuti presentando 4 o più sintomi somatici o cognitivi:

Palpitazioni, sudorazioni, tremori fini o a grandi scosse, sensazioni di dispnea o di soffocamento, sensazioni di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o distrurbi addominali, vertigini o sensazioni di testa leggera, derealizzazioni o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo odi impazzire, paura di morire, parestesie, brividi e vampate di calore. L’attacco ha un  inizio improvviso, raggiunge rapidamente il suo apice ed è accompagnato da un senso di pericolo, di catastrofe imminente e da urgenza ad allontanarsi.

-I Disturbi di personalità:

I disturbi di personalità cominciano a svilupparsi durante l’arco della vita e l’esordio avviene per lo più in adolescenza e tarda adolescenza.
Lo scopo è informare, intervenire quanto più possibile sulla prevenzione prima che il disturbo si cronicizzi.
Tutti i disturbi di personalità provocano una grande sofferenza e hanno origini psicologiche esplorabili e da comprendere. La valutazione può essere fatta solo tramite colloqui clinici o test diagnostici da parte dello psicologo.

Si parla di disturbo di personalità quando il disagio interiore e comportamentale è pervasivo e inflessibile, esordisce nell’adolescenza o nella prima età adulta, è stabile nel tempo e determina disagio o menomazione (invalidità).

Gruppo A: disturbo paranoide, schizoide e schizotipico di personalità. Gli individui di questo gruppo spesso appaiono strani ed eccentrici (sul versante più psicotico).

-Il disturbo paranoide di personalità: è un pattern caratterizzato da sfiducia e sospettosità, per cui le motivazioni degli altri vengono interpretate come malevole.
Il disturbo schizoide di personalità: è un pattern caratterizzato da distacco dalle relazioni sociali e da una gamma ristretta di espressività emotiva.
Il disturbo schizotipico di personalità: è un pattern caratterizzato da disagio acuto nelle relazioni affettive, distorsioni cognitive o percettive ed eccentricità nel comportamento.

Gruppo B: include il disturbo antisociale, borderline, istrionico e narcisistico di personalità. Gli individui di questo gruppo appaiono amplificativi, emotivi ed imprevedibili (sul versante stati limiti, personalità eccentriche).

-Il disturbo antisociale di personalità: è un quadro caratterizzato da inosservanza e violazione dei diritti degli altri.
Il disturbo borderline di personalità: è un pattern caratterizzato da instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e degli affetti, e da marcata impulsività.
Il disturbo istrionico di personalità è un pattern caratterizzato da emotività eccessiva e da ricerca di attenzione.
Il disturbo narcisistico di personalità è un pattern caratterizzato da grandiosità, bisogno di ammirazione e mancanza di empatia.

Gruppo C: include i disturbi evitante, dipendente e ossessivo compulsivo. Gli individui di questo gruppo appaiono spesso ansiosi e timorosi (sul versante nevrotico, personalità angosciante).

-Il disturbo evitante di personalità: è un pattern caratterizzato da inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità ai giudizi negativi.
Il disturbo dipendente di personalità: è un pattern caratterizzato da comportamento sottomesso e adesivo legato ad eccessivo bisogno di essere accuditi.
Il disturbo ossessivo compulsivo di personalità: è un pattern caratterizzato da preoccupazione per l’ordine, perfezionismo ed esigenze di controllo.

-Disturbo depressivo maggiore: nel disturbo depressivo l’umore depresso deve essere presente per la maggior parte del giorno. Spesso l’insonnia e la faticabilità rappresentano il sintomo di manifestazione. Vi è la perdita di interesse o piacere in quasi tutte le attività.Viene compromessa l’area sociale, lavorativa e altre aree importanti. La sintomatologia viene spesso descritta dall’individuo come depresso, triste, disperato, scoraggiato o giù di corda. Sono comuni astenia e faticabilità. Il senso di autosvalutazione o di colpa può includere valutazioni negative irrealistiche del proprio valore oppure preoccupazioni di colpa o ruminazioni su piccoli errori passati.

-Disturbo depressivo persistente (distimia): la caratteristica essenziale del disturbo depressivo persistente è un umore depresso presente per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorn, per almeno due anni e almeno un anno negli adolescenti. La bassa autostima, la difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni, sentimenti di disperazione, scarsa energia o astenia, insonnia o ipersonnia, scarso appettito o iperfagia.

-Disturbo ossessivo-compulsivo: i sintomi caratteristici del DOC sono la presenza di ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri (per es. di contaminazione) immagini (per es. scene violente o raccapriccianti) o impulsi (per es. far del male a qualcuno) ripetitivi e persistenti.La persona cerca di neutralizzare tali pensieri con le compulsioni che sono rituali e comportamenti ripetitivi (per es. lavare, controllare) o azioni mentali (contare, ripetere parole mentalmente).

I sintomi sono sempre manifestazioni di disagi interni che in terapia hanno la possibilità di prender voce e nel lavoro psicoanalitico intersoggettivo, la relazione contribuisce a creare una nuova opportunità di comprensione.

Marialba Albisinni

Psicologa, psicoterapeuta

Riferimenti bibliografici

Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina Editore, 2014

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