Identità 2 – L’ambiente facilitante

madre figlio

<< L’organizzazione dell’esperienza del bambino è preceduta dalle percezioni organizzate che la madre ha di lui e da essa dipende. La madre supporta, e porta il mondo al bambino>>. (Donald Winnicott, 1960).

Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista degli anni “60” approfondisce la relazione madre-figlio e  fa importanti considerazioni di osservazione clinica: le percezioni della madre precedono quelle del bambino e quest’ultimo  tendenzialmente organizza le  rappresentazioni su di sè in base ad esse. Oggi sappiamo che tale considerazione è ampliata  a tutte le relazioni significative (ambiente) in cui il bambino è coinvolto sin dalla nascita, in primis ci sono le relazioni con i genitori.Il caregiver (chiunque si occupi della cura e della crescita del bambino) assume una funzione rilevante per la crescita psicologica.

Il vero Sé  tende a svilupparsi solo se l’ambiente fornisce facilitazioni di crescita appropriate.

Ma è interessante partire dalla base. Secondo la concezione Winnicottiana  “l’Io della madre fornisce forza ed integrazione all’Io del bambino” (1953, 1960).  L’Io comincia ad esistere in quanto c’è un ambiente affettivo, un caregiver o persona che si prende cura di… che facilita i processi di crescita grazie al rifornimento emotivo offerto.

In tale concezione l’identità, comincia ad emergere    e seguire gradualmente la realizzazione più vicina ad un versante autentico, ossia vicina ai propri bisogni (Vero Sè) o seguire un processo di sviluppo più mascherato, meno autentico chiamato “Falso Sé”, deragliato e direi estremamemente adattato sui bisogni dell’altro significativo; in quest’ultimo caso prevale  sofferenza e malessere e un senso poco reale di sè.

La psicopatologia è la conseguenza della costrizione, della corruzione nel movimento e nell’espressione del sé. Il bambino all’inizio è non integrato ma grazie alle cure del caregiver e dell’ambiente emotivo relazionale facilitante i processi di crescita hanno inizio, il bambino esiste e il suo sviluppo è teso verso l’integrazione della sua identità.

Inoltre Winnicott sottolinea che il processo evolutivo deve essere un percorso fluido e per intero, ogni interruzione, ogni salto nello sviluppo determina una distorsione; l’affrettarsi in un punto o il ritardare in un altro lascia comunque una cicatrice, ma il tutto avviene in una matrice di esperienze emotive relazionali; ecco perché è importante comprendere i bisogni del proprio figlio e rispettarli nei propri tempi e nella propria essenza. Se il bambino imparerà a rispettare i suoi bisogni, gradualmente e con la maturità sarà portato a vedere anche quelli degli altri, in una prospettiva di intersoggettività più sana e rispettosa. Lo sviluppo psicosomatico nella sua integrazione formativa è una conquista graduale che richiede i suoi tempi e soprattutto un rispetto dell’adulto nei confronti di una formazione identitaria, diversa da sè.

In quest’ottica lo sviluppo sano e la formazione dell’identità vengono facilitati se alla base c’è, afferma Winnicott un “ambiente facilitante” rappresentato da persone mature, capaci di comprendere la crescita, i ritmi e la diversità di colui che sta crescendo.

Autore: Marialba Albisinni

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