Il disconoscimento nella coppia.

Il disconoscimento nella coppia.

John_William_Waterhouse_-_Echo_and_Narcissus_-_Google_Art_Project
Eco e Narciso- Dipinto di John William Waterhouse (1903)- Galleria Liverpool

In generale nella vita esistono  relazioni di coppia che hanno una grande importanza e che funzionano in modo sano ma  alcune meno; servono (inconsciamente) a soddisfare finalità narcisistiche, per cui tristemente  l’altro è visto solo per appagare alcune funzioni e accrescere l’apparente  senso di autostima.  La conseguenza è la “non relazione”, il disconoscimento dell’interezza dell’altro e il poco valore per se stessi.

A livello intrapsichico, queste relazioni, a lungo andare, inducono in uno stato profondo di frustrazione e si rischia di essere pervasi da un grande senso di vuoto emotivo che potrebbe, nei casi più gravi, sfociare in  stati depressivi, in paralisi di iniziativa o nell’ecccesso in  attività frenetica; il tutto con lo scopo inconscio di negare il disagio e la realizzazione di sè.

Il problema sussiste quando queste persone instaurano rapporti apparentemente importanti e significativi, ma  col tempo il senso di infelicità, di non conoscenza, di di-sconoscimento reciproco e un adattamento verso l’altro ammirato, si manifestano sotto forma di  disagio, campanelli di allarme emotivi poco definiti a livello cognitivo.   Non è mai facile guardare e affrontare realisticamente verità  dolorose.

In terapia,  alcune persone narrando la loro storia,  hanno la sensazione di  non aver vissuto la loro vita, di non essere stati a  contatto con la propria personalità. E’ come avere un armadio di tanti vestiti che non appartengono alla propria persona.  Ne scaturisce, una rappresentazione di sé non aderente ai propri progetti ed al proprio senso di esistenza ma a quella dell’altro dominante. Il progetto di coppia sembra essere perseguito in solitudine, senza alcuna condivisione e il proprio sè è percepito in disequilibrio.

Il  progetto di vita, ciò che rende vitale la propria esistenza  è stato dimenticato o mai vissuto, perché il pseudo amore,  ha prevalso sulla propria realizzazione progettuale;alla base è mancata una “conoscenza” e un “rispetto” e “l’amore” per la propria persona.

Sono relazioni in cui non c’è capacità empatica per comprendere l’altro per essere compresi e spesso  vi è appunto il “disequilibrio narcisistico” , ossia poca autostima di sé che ha radici profonde.La capacità empatica è importante perché “serve le finalità dell’amore” come ci ricorda Heinz Kohut, psicoanalista, studioso e clinico di queste problematiche;  nella vita essendoci  stata poca comprensione per sé non si è facilitati a capire l’altro ed a capire il proprio senso di vita.

L’esempio tipico riguarda uomini che instaurano relazioni con donne particolari per mostrarle come oggetti di conquista, il cui scopo è ricavare ammirazione e apparentemente accrescimento della loro autostima, oppure donne che si circondano di uomini importanti che non hanno alcun rispetto per loro, poiché prevale  il bisogno di essere riconosciute con l’ammirazione attraverso “l’altro importante”. Altre situazioni riguardano donne e uomini che cambiano partner  in continuazione perché sono incapaci di un vero attaccamento agli altri e di una costruzione relazionale e reciproca, limitatondosi ad una  vitalizzazione temporanea. Spesso ci si avvicina all’altro perché desiderato per il suo uso… anche se ciò rimane inconscio, per la sua funzione… per colmare una mancanza… per seguire un ideale irrealistico … e si perde di vista l’interezza dell’altro che a sua volta si sente frustrato, poichè non riconosciuto come “persona”. Non c’è amore, né base per  la costruzione di un autentico rapporto di rispetto per le differenze personali, ma dei disturbi affettivi radicati nella difficoltà di amare ed essere amati.

“L’amore è desiderio dell’altra persona riconosciuta” in quanto considerata e amata per la  sue caratteristiche. L’amore coincide anche con l’amore e il rispetto per sé e la possibilità di esprimersi con un proprio modo; in questo modo il partner amorevole accoglierà autenticamente  anche i difetti dell’altro. L’amore condiviso nel riconoscimento di due soggettività che si incontrano nel bisogno di sé e nel desiderio dell’altro, può trasformarsi in “comprensione” e “conquista”, perché non è semplice per queste persone vivere un amore e abbandonarsi al  piacere autentico con il partner ma non è detto che ciò sia possibile; ciò è una crescita che avviene col tempo, con la maturità, con l’esperienza.

A questo proposito, Kohut ci ricorda che gli individui con debole autostima non sono i più capaci d’amore ne i più capaci di dedizione agli altri. La psicoterapia psicoanalitica del sé di cui Kohut ne è il pioniere, dà la possibilità di rispondere in modo diverso ai bisogni da sempre incompresi e ripristinare il personale equilibrio narcisistico, sia per personalità con disturbi narcisistici che per personalità dipendenti.

Non bisogna dimenticare che un coinvolgimento profondo con gli altri solleva l’autostima e non la impoverisce. Ciò non viene vissuto in modo naturale se non si comprendono ed elaborano le proprie paure e ingabbiature esistenziali che impediscono prima di tutto di “rispettarsi”.

Marialba Albisinni

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