Aborto spontaneo: ” Il dolore della perdita”

Quando la coppia ha consolidato la propria relazione a due, la progettualità di vita si evolve e nasce inevitabilmente il bisogno e il desiderio di evolversi come famiglia ed avere dei figli. Spesso accade che dopo il concepimento si possano avere dei problemi inaspettati.
Oggi, infatti la percentuale degli aborti spontanei, ossia delle interruzioni di gravidanza involontaria è di circa 17 casi su 100. I dati statistici dimostrano che tale percentuale riguarda la prima gravidanza ed è frequente nelle prime settimane di gestazione.

Ma cosa succede da un punto di vista psicologico, perché la coppia e soprattutto la donna risente di tale perdita? cosa c’è dietro tale mancanza?
Il desiderio di avere un figlio è uno dei desideri più grandi per la coppia. Uno dei significati che l’uomo attribuisce a tale evento è la continuità della propria stirpe, continuità al proprio nome, ed è una grande prova di responsabilità.
Per la donna avere un figlio ha un significato ampiamente emotivo e il desiderio di maternità è legato soprattutto al bisogno di accudimento e di completezza.

La coppia vive questo cambiamento dell’attesa con un coinvolgimento emotivo particolare, vi è una progettualità di evolversi, di crescere e di costruire la propria famiglia. Solitamente l’interruzione involontaria avviene nelle prime settimane quando l’embrione è ancora in fase di formazione.
L’aborto involontario inaspettatamente rompe l’aspettativa del progetto, il desiderio di dare la vita viene soffocato e i sentimenti prevalenti lasciano posto allo sconforto, alla delusione, alla malinconia, e spesso al senso di colpa e alla solitudine interiore.
E’ una progettualità mentale che viene interrotta in modo imprevedibile, una nostalgia per ciò che era in vita e ora non c’è più “è una perdita da elaborare”, è un ideale che sfuma. Lo sconforto e la nostalgia che sopravvengono prendono rapidamente il posto della gioia che tale momento di attesa aveva attivato.
Aspetti emotivi aggiuntivi riguardano il contorno “sociale”, ossia l’aspettativa e la gioia di nonni, amici e figli che contribuivano ad amplificare le emozioni con la loro partecipazione. In questo caso è un desiderio realizzato che improvvisamente e inaspettatamente si perde.
La donna più di tutti è colei che risente di tale perdita, spesso sono i sentimenti di colpa a creare uno stato di sconforto, incomprensione e solitudine, la maternità a volte distacca la donna dal sociale che la circonda perché comincia a vivere la dimensione “simbiotica” tra lei e il piccolo che porta in grembo.
La donna, a volte mette in discussione la sua autostima, il modo di auto percepirsi viene perseguitato dal senso di colpa e solitudine. L’uomo vive tale perdita in modo più celato, a volte ha difficoltà a sostenere e comprendere la donna. E’ un sogno realizzabile in un progetto che viene infranto e l’incomprensione prende il posto dell’entusiasmo precedente.

E’ importante elaborare il lutto avvenuto soprattutto nei casi in cui si vive la perdita con solitudine, per cui i pensieri sono circoscritti esclusivamente a tale evento. In questo modo lo sconforto gradualmente si dissolve e la solitudine lascia il posto ad una nuova comprensione.
In questi casi un aiuto e un supporto psicologico anche se breve può aiutare la donna ad elaborare l’accaduto e a rimettersi in linea con se stessa, con i propri desideri, con il partner e le consente di rivalutarsi come persona umana soggetta ad imprevisti inattesi della vita.
Nella maggior parte dei casi la donna e la coppia ritrovano e continuano la propria progettualità di vita integrando in maniera intelligente tale esperienza.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.