La teoria dell’intersoggettività è una teoria di campo o sistemica, mira a comprendere i fenomeni psicologici non come prodotti di meccanismi intrapsichici isolati, ma formati nell’incontro di “soggettività in interazione”.
Il campo di indagine psicoanalitico non è più la mente isolata del soggetto ma il sistema interattivo dei mondi soggettivi. Tale orientamento descrive i contenuti dell’esperienza e delle “strutture della soggettività” per designare i “principi invarianti” che inconsciamente e ricorsivamente organizzano quei contenuti secondo significati e temi distintivi che possono facilitare o ostacolare la crescita psicologica. Alcuni principi invarianti spesso irretiscono e intrappolano le strutture mentali soggettive, fanno parte della struttura psichica e non sono eliminabili; quando emergono nell’analisi vanno esplorati e compresi.
L’affetto è inteso come costrutto motivazionale centrale della vita intersoggettiva che prende forma in specifici contesti nel sistema di reciproca regolazione adulto-bambino.
All’interno del sistema evolutivo ed intersoggettivo tra adulto e bambino, a lungo andare, i “principi organizzativi invarianti” organizzano inconsciamente le esperienze successive del bambino (Atwood e Storolow, 1984).
Il sistema di regolazione reciproca madre-bambino o figura di riferimento e bambino permettono di organizzare l’esperienza in un certo modo e di consolidare un certo stato interno del bambino che si è formato dalla reciproca regolazione con le figure di accudimento (Lichtenberg, 1983). L’interazione come spiega Daniel Stern (1985) con altri regolatori del sé portano alla formazione dei diversi sensi del sé del bambino, per esempio un bambino che ha un vissuto con una madre ansiosa ha più probabilità di sviluppare una modalità ansiosa preoccupante da adulto, e può avere un senso del sé più preoccupante rispetto chi ha vissuto con una genitore più sicuro. Lo sviluppo psicologico e la patogenesi sono studiati all’interno dei contesti intersoggettivi ed i fenomeni psicologici possono essere compresi all’interno della relazione analitica; i disturbi possono essere curati nella nuova relazione terapeutica ed esperienza transferale.
L’analista che abbraccia questo orientamento non ha una funzione neutrale ma entra in gioco nella relazione in una dimensione intersoggettiva con il paziente.
L’analisi è orientata nel profondo dell’esperienza umana, per cui non si parla più di un mondo “rappresentazionale” riferito per lo più ai contenuti immaginativi dell’esperienza, se pur importanti, ma lo spostamento clinico è uno studio attento, permeato nel mondo soggettivo dell’altro che influenza e interagisce con il mondo soggettivo dell’analista in un sistema di mutua regolazione. Si attivano riflessioni profonde che orientano al cambiamento.
Come descrive bene Storolow, il cambiamento terapeutico prodotto da un trattamento psicoanalitico riuscito, non deriva dall’eliminazione o modificazione dei principi organizzatori invarianti del paziente (per esempio, sono il quarto figlio, nella mia esperienza ho avuto dei genitori che mi hanno fatto sentire di troppo è probabile che questa persona svilupperà un principio organizzatore del tipo “sono di troppo, do fastidio e non mi permetto di aggregarmi ad altre persone” questo lo estenderà alla sua vita sociale e ne comprometterà il suo evolversi, ma il tutto avviene a livello inconscio).
La nuova esperienza relazionale con l’analista e l’aumento della capacità riflessiva che avviene in analisi, facilita il consolidamento di principi alternativi, ampliando il repertorio esperienziale del paziente e riattivando i processi di crescita psicologica. Nel campo intersoggettivo sono esplorate diverse dimensioni dell’esperienza, i traumi, i conflitti, le difese, le resistenze e l’esperienza affettiva. Intersoggettivo è riferito quindi ad un campo psicologico formato da mondi esperienziali interagenti in cui si esplorano specifici “schemi di transazione intersoggettiva” che spesso mantengono rigida la psicopatologia o irretiscono modalità che ostacolano la crescita psicologica.
Bibliografia- George Atwood e Robert Stolorow ,1995 I contesti dell’essere – Boringhieri