Sulla Psicoanalisi e il linguaggio analitico

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Sulla Psicoanalisi

Sul  linguaggio tra analista e analizzando: “Quando l’analisi è un impresa continua  la loro invenzione è unica” (Winnicott, 1964)

“Fondamentale per un’esperienza analitica che abbia un buon esito è lo sviluppo dell’uso di un linguaggio adeguato al compito di comunicare a se stessi e agli altri qualcosa di quello che uno sente e pensa. Non esiste una forma ideale di dialogo analitico.

Al contrario, il modo in cui l’analista e l’analizzando parlano l’uno con l’altro è qualcosa che devono inventare per se stessi. Quando analista e l’analizzando sono in grado di pensare e parlare per se stessi, non usano n linguaggio preso in prestito, per esempio un gergo, un cliché e termini tecnici. Il loro linguaggio tende ad essere vivace, le loro metafore coniate di fresco e alla buona.

Il loro uso del linguaggio ha lo scopo di comunicare, non di confondere, di generare comprensione, di dire qualcosa che sia fedele all’esperienza emotiva, non che modifichi la realtà.

Da “L’arte della Psicoanalisi di Thomas H. Ogden”

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