Le neuroscienze dimostrano che il cervello adulto mantiene una sua plasticità e che questa plasticità, specialmente del cervello destro dominante per l’autoregolazione, permette l’apprendimento emotivo che si accompagna a un’esperienza psicoterapeutica efficace.La psicoanalisi contemporanea studia ed indaga le relazioni affettive precoci e il loro sviluppo, le mutue regolazioni emotive, che si imparano a modulare all’interno dei legami affettivi. Numerose prove cliniche e sperimentali indicano che tutte le forme di psicopatologia condividono sintomi di disregolazione emotiva e che i meccanismi di difesa sono, in sostanza delle strategie di regolazione emotiva per evitare, minimizzare, o trasformare gli affetti troppo difficili da tollerare (Cole, Michel e Oo’dONNELL, 1994).Sono proprio questre strategie di regolazione affettiva e questi schemi patogenetici di mancanza di regolazione a dover essere riconosciuti e affrontati nell’ambito di transfert-controtransfert all’interno della terapia. La corteccia orbitofrontale destra è coinvolta con gli stati interni, somatici e motivazionali ed è responsabile della manifestazione degli stati emotivi e dei processi inconsci (Galin, 1974; WATT, 1990). Le rappresentazioni interattive sono conservate nell’emisfero destro che contiene un sistema rappresentazionale per la configurazione affettiva e che si rivela dominante per l’elaborazione delle informazioni emotive. L’assenza di regolazione o disregolazioni continue nella relazione bambino- caregiver (colui che si occupa del bambino) provoca disturbi emotivi e quindi riflette con un alta probabilità sui disturbi di personalità in età adulta. Le ricerche multidisciplinari sull’attaccamento, e le ricerche sull’infanzia intersoggettive rivelano come i fallimenti della regolazione del sè e delle interazioni con il caregiver siano alla base di tutte le psicopatologie che si formano nei primi periodi di vita. Le personalità bordeline per esempio hanno difficoltà a mantenere rappresentazioni stabili di sè e degli altri; le personalità narcisistiche, per quanto esibiscano un maggior sviluppo, presentano attaccamenti insicuri e un deterioramento dell’autostima.La psicoterapia degli arresti evolutivi (Stolorow e Lachmann, 1980) è volta alla mobilizzazione delle modalità fondamentali dello sviluppo (Emde, 1999) e il completamento dei processi di sviluppo interrotti (Gedo, 1979). Il coinvolgimento interpersonale che si crea nel lavoro della psicoterapia rappresenta un potente ambiente in cui il singolo Sè può oggettivamente sperimentare il bisogno di conoscere e il bisogno di sentirsi conosciuto in un contesto sicuro ed emotivamente responsivo. Secondo Shore e altri neuroscienziati ritengono che la psicoterapia psicoanalitica lavorando sulla relazione, sui processi consci ed inconsci del sè, e la possibilità di sintonizzarsi con la mente di altre persone faciliti la maturazione dei circuiti cerebrali che mediano la capacità di autoregolazione. La relazione terapeutica produce cambiamenti cerebrali in termini evolutivi in quanto oltre le elaborazioni, si ha un cambiamento in termini di crescita e sblocco poichè per l’appunto il cervello muta con essa solo la buona capacità terapeutica permette questa nuova e particolare esperienza.Lavorare per sviluppare la capacità dell’io osservante del paziente significa anche non rendere il paziente dipendente in modo passivo al di là del necessario, ma coinvolgerlo nella sua capacità responsiva di migliorarsi e di essere agente nella sua vita.
Riferimento bibliografico-La regolazione degli affetti e la riparazione del sè di Allan Shore , 2003 Astrolabio A cura di Marialba Albisinni