L’ansia ed i suoi aspetti

ansia munch
Edvard Munch-Ashs-1894

L’ansia è una minaccia dell’esistenza, può emergere anche dal “Nulla” ed è “Ovunque” presente in quanto in nessun luogo vi è certezza –
Heidegger, 1979- (Da Ansia che fare – Cleup)

L’ansia è definita “uno stato di tensione emotiva” universale, caratterizzata da sintomi come tremore, sudore, palpitazione e incremento del ritmo cardiaco.
È una reazione fisiologica dell’organismo utile a segnalare la necessità di mobilitare risorse interne e motivare all’azione.
L’ansia è  un fenomeno universale, vissuta da tutti in maniera più o meno intensa, è un’emozione utile perché attiva il soggetto verso un’azione. E’ considerata una reazione funzionale dell’organismo perchè segnala la necessità di mobilitare risorse interne e motivare all’azione costruttiva.
Infatti in ambito etologico/evoluzionistico ha un significato adattivo per la nostra specie, utile a prevenire i pericoli legati alla sopravvivenza. Quando però i livelli di  tensione divengono  eccessivi la normale attivazione dell’organismo viene meno e l’ansia diventa ingestibile perché i sistemi di autoregolazione dell’organismo non funzionano in maniera funzionale.

ETIMOLOGIA
Etimologicamente il termine ansia deriva dalla parola latina “anxia”, che indica una condizione di agitazione e preoccupazione dell’individuo caratterizzata da una spiacevole sensazione di pericolo che non ha una causa definita. “Anxia” a sua volta risale ad “angere” che significa stringere, soffocare, “anxius” invece è riferito alla sensazione di soffocamento provato dall’individuo (Lewis, 1970) e significa “ansioso”.

SINTOMATOLOGIA
La sintomatologia è ciò che sim percepisce a livello psicofisiologico ed è caratterizzata da palpitazioni e accelerazioni del battito cardiaco, sudorazione, tremore, sensazione di intorpidimento o di formicolio, sensazioni di soffocamento, nausea o di fastidio all’addome, tensioni e dolori muscolari, vertigini, paura di perdere il controllo e paura di morire, difficoltà nella concentrazione e nell’addormentarsi, incapacità di rilassarsi, irritabilità, perdita di interesse nei confronti dell’ambiente, agitazione e tendenza ad arrossire in pubblico.
L’ansia disadattiva esprime un profondo senso di smarrimento e una reale incertezza rispetto al futuro; le persone cercano di sopperire alla mancanza di sicurezza e all’incapacità di vivere nel “qui ed ora” controllando le svariate aree della propria vita fino al punto di essere paralizzate dall’ansia.

ANSIA FUNZIONALE
L’ansia è uno stato, una reazione emotiva universale, presente in tutti noi. In condizioni normali e quotidiane, è considerata una reazione fisiologica e funzionale dell’organismo, utile a segnalare la necessità di mobilitare risorse interne e motivare all’azione verso qualcosa.
Senza ansia qualsiasi incontro con l’altro o qualsiasi novità sarebbe priva di emotività e direi vitalità per cui  tali situazioni verrebbero vissute in maniera sterile e  parassitaria. Essa permette di rendere vitale l’organismo attivandolo e da un punto di vista evoluzionistico permette di difendersi dai pericoli esterni.
L’organismo umano è infatti fornito da “sistemi di autoregolazione” che gli permettono di proteggersi e di affrontare situazioni valutate come pericolose. L’ansia in questa prospettiva non è patologica.

ANSIA DISFUNZIONALE
L’ansia è disfunzionale quando provoca particolari disagi all’individuo e diviene problematica e ingestibile per chi la vive. La sua disfunzionalità o disadattività (distress), compromette le relazioni con l’ambiente e ostacola l’adattamento bloccando le relazioni tra l’individuo e l’ambiente, interferisce sul benessere psico-fisico intrapsichico e relazionale.
Si esprime con uno stato di iperarousal psicofisiologico, con sintomi fisici, psichici e comportamentali difficili da gestire.
Se quindi il livello di ansia è fortemente sproporzionato rispetto al rischio e alla gravità del possibile pericolo e se permane anche quando non esiste più un pericolo oggettivo, la reazione è considerata “disfunzionale”.
Ma le dinamiche soggettive per comprendere ciò, sono sottostanti, profonde, probabilmente inesplorate e sconosciute, mascherate dalla sintomatologia; una maggiore conoscenza di sè implica la possibilità di trovare modalità di autoregolazione e aver euna maggiore comprensione per la propria persona.

ANSIA DI STATO E ANSIA DI TRATTO
Essendo l’ansia un fenomeno universale,  può manifestarsi in maniera transitoria o persistente.
Quando è transitoria si parla di  “ansia di stato”.
Quando è continua e persistente si parla di “ansia di tratto”; è quest’ultima che caratterizza la personalità ansiosa e il soggetto entra in uno stato di agitazione anche quando si presentano delle novità  positive e si sente impossibilitato ad attivare risorse personali per fronteggiare la nuova situazione.
L’ansia di “tratto” quindi è costante, stabile e cronica nel tempo ed è problematica per la persona che la vive.

ANSIA GENERALIZZATA
La caratteristica principale del “Disturbo di Ansia Generalizzata” è la presenza di un’ansia generalizzata e persistente della durata di almeno sei mesi, con preoccupazione persistente ed eccessiva. L’ansia infatti è eccessiva e difficile da controllare.
Il sintomo principale generalmente è riferito a qualsiasi aspetto della vita della persona e riguarda l’incapacità di rilassarsi; ciò attiva l’ipermobilitazione di tutti i sistemi psico-fisiologici dell’individuo e la difficoltà a gestire lo stato di malessere.
Spesso vi sono segni di tensione motoria, iperattività neurovegetativa, attesa apprensiva, vigilanza e allarme riferiti ad ogni situazione.

ANSIA DISADATTIVA
L’ansia disadattiva esprime un profondo senso di smarrimento e una reale incertezza rispetto al futuro; le persone cercano di sopperire alla mancanza di sicurezza e all’incapacità di vivere nel “qui ed ora” controllando le svariate aree della propria vita fino al punto di essere paralizzate dall’ansia.
La sintomatologia è caratterizzata principalmente da palpitazioni e accelerazioni del battito cardiaco, sudorazione, tremore, sensazione di intorpidimento e a volte sensazioni di soffocamento e vertigini.
L’organismo funziona in modo complessivo per cui il sistema fisiologico, affettivo e cognitivo, insieme si coordinano flessibilmente e nei casi di gestibilità vengono reperite le risorse personali di fronteggiamento.
Diverso è il caso in cui le risorse interne hanno difficoltà ad emergere per cui l’ansia assume un significato disadattivo in quanto ingestibile. Le cause più comuni degli stati d’ansia riguardano conflitti interni, pensieri disfunzionali, separazioni da persone importanti e stress emotivi.

Nel contesto  della psicoterapia si cerca di comprendere la sintomatologia e si approfondisce la comprensione delle dinamiche che sottostanno a tale disagio per poi reperire risorse personali e rendere più gestibile la situazione e migliorare la propria salute psicologica.

Autore: Marialba Albisinni

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