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– Che cos’è l’equilibrio narcisistico? Cosa lo differenzia dal patologico?
“L’ equilibrio narcisistico” è fondamentale per l’ esistenza di ogni essere umano e con equilibrio mi riferisco a ciò che intende la psicologia del sè: è la condizione di equilibrio interno in cui i nostri valori, ideali, principi, ambizioni e mete possono avviarsi; sono in qualche modo attivi, organizzati e armonizzati in termini di vitalizzazione verso il nostro naturale senso di autorealizzazione. L’equilibrio narcisistico concide con la sensazione di sentirsi in qualche modo “coesi” con se stessi e questo può avvenire se si è stati emotivamente sostenuti ed affettivamente riconosciuti. E’ riferito alla capacità di sperimentare le gioie e i dolori dell’esistenza e di vivere nella coerenza con se stessi; ciò è frutto di una profonda “conoscenza di sè” e dell’essere a contatto con l’ambizione di realizzare la propria persona attraversando e tollerando maggiormente le inevitabili sfumature emotive presenti nella nostra vita.
La sensazione di stare bene con se stessi, la capacità di tollerare le sconfitte senza necessariamente cadere in un abisso senza fine, le buone relazioni e la capacità di scegliere persone con le quali stare bene è indice che il nostro “equilibrio” narcisistico (autostima) funziona bene. L’essere affermativi e il “sapersi confrontare” senza essere necessariamente rabbiosi, la capacità di ascoltare il punto di vista dell’altro, la capacità di attivare azioni costruttive, anzichè distruttive, è indice che la nostra vita è orientata al nostro benessere, funzionale e matura. Sentiamo che il nostro senso affettivo ed esistenziale è vitale; le inevitabili vicissitudini dolorose della vita, possono essere affrontate.
Alcuni aspetti della sofferenza nel narcisimo patologico: c’è una grande ferita affettiva alla radice, i fantasmi incosci dell’infanzia lavorano nel presente, l’assenza empatica e l’incomprensione degli altri generano importanti ferite e il narcisismo non trova il suo equilibrio per cui rischia di avvicinarsi più sul versante patologico.
La ferita, che lavora a livello inconscio, riguarda soprattutto un mancato riconoscimento, prima di tutto affettivo, genitori che pongono in primo piano solo se stessi, di conseguenza persiste un disconoscimento che può essere al proprio bisogno, al proprio stato, al proprio impegno, al proprio dolore, alla propria affettività, alle proprie conquiste e in generale al proprio esserci. La rabbia cresce e dirompe, quindi, non si riesce a vivere all’altezza delle proprie aspettative e in qualche modo si sabota se stessi e non si riesce mai ad ottenere quel sano riconoscimento, cui paradossalmente si ricerca, si sfocia in comportamenti eccessivamente esibizionisti o in stati depressivi e si è pervasi dal senso di grandiosità ed incapacità empatica verso gli altri.Ciò non solo porta ad un malessere interno psico-fisiologico (senso di vuoto e depressione o senso di grandiosità) ma al contempo a conseguenze sociali significative. Questo è un argomento molto complesso.
La condizione più probabile per chi ha subito con continuità incomprensioni dei propri bisogni, già in età precoce,è quella di porsi a dura prova, spesso con un’ incessante sfida con l’altro; Heinz Kohut, uno dei massimi studiosi della patologia narcisistica, afferma che l’intesa rabbia provata da queste persone ha “l’obiettivo inconscio di cancellare l’offesa di chi ha osato opporglisi, incomprendere, dissentire o fargli ombra”. Questa sensibilità e “difesa inconscia” non permette di vivere serenamente il percorso della vita.
Le reazioni nel narcisismo patologico:
La rabbia può divenire una caratteristica di quella specifica persona. A volte si nasconde l’aspettativa di quella conferma mai avvenuta poichè la comprensione passata è stata fallimentare. Si è scarsamente in contatto con la propria organizzazione interna e la propria esperienza. La percezione del sé e dell’altro viene vissuta e guidata da esperienze reattive molto forti. La risposta rabbiosa, la percezione di grandiosità, a volte di arroganza, l’eccessiva svalutazione dell’altro, l‘incapacità di comprendere l’altro, il senso di vergogna sono indici di un profondo malessere interno.
La ricerca incessante della mancanza:
E’ come se ci fosse un arresto a modalità relazionali arcaiche, trascorse, rimaste immodificate e insoddisfatte, isolate dal resto della psiche (scisse), perché mai comprese e a cui mai nessuno ha dato una risposta di convalida, per esempio, l’approvazione per un talento. La possibilità di realizzare il proprio talento per esempio viene celato dalla “disapprovazione” o da questo mancato riconoscimento. La conseguenza si traduce come incessante e famelica “ricerca di diffuse conferme”. In questo breve articolo è semplificato solo un aspetto di ciò che è il prodotto dell’incomprensione empatica ma la condizione del narcisista patologico è molto ma molto più complessa e implica un’approfondimento del significato soggettivo che può avvenire solo in un contesto protetto di psicoterapia.
Marialba Albisinni (Riferimenti teorici- La Ricerca del Sé – Heinz Kohut, 1978, Boringhieri – La Guarigione del Sè – H.Kohut – La Cura Psicoanalitica H. Kohut- Potere, Coraggio e Narcisismo – H.Kohut – I Contesti dell’essere Storolow). ————————————————————————————————————————————-
PSICOTERAPIA PSICOANALITICA E PSICOLOGIA DEL SE’: VERSO UN EQUILIBRIO NARCISISTICO
La psicologia del sè, si occupa principalmente di problematiche narcisistiche e la mobilitazione della rabbia è uno dei tanti punti importanti nella terapia. Queste persone sono apparentemente intrattabili, tendenzialmente non richiedono un trattamento poichè il senso di grandiosità prevale ed è difficile per loro ammettere che abbiano bisogno di un aiuto. In questo senso la psicoterapia ad orientamento psicoanalitico attiva diversi processi tra terapeuta e paziente in una relazione evoluzionistica più che ripetitiva.
La nuova situazione analitica, in termini di nuova esperienza relazionale e l’elaborazione di ciò che è avvenuto e di ciò che avviene, sono protese a comprendere e trasformare il proprio sé, arricchendolo in modo più maturo e sano avviandolo in aree più vicine alla propria persona, ai propri bisogni e in un lavoro in cui l’intersoggettività tra sè e l’altro facilita una crescita più matura. Questo tipo ti terapia è un percorso molto impegnativo e abbastanza lungo, poichè in parte è la relazione che cura e ciò che viene sollevato a livello inconscio e nelle elaborazioni transferali tra analista e paziente.
Marialba Albisinni
(Riferimenti teorici- La ricerca del sé – Heinz Kohut, 1978, Boringhieri – La guarigione del sè – H.Kohut – La cura psicoanalitica H. Kohut- Potere, coraggio e narcisismo – H.Kohut – I contesti dell’essere, Atwood e Stolorow).
Salve Simone, gli articoli del sito sono scritti tutti dalla sottoscritta, grazie.Tutti i riferimenti sono sul sito.Marialba Albisinni
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Grazie Gianluca, mi fa piacere che serva a riflettere in modo più approfondito.
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Ottimo ed eccellente approfondimento !
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Grazie mi aouta a capire molte cose sul tipo di uomo che scelgo sempre.
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Mi ritrovo in tutto quello che è stato scritto. Potrei avere un contatto con chi ha scritto questo articolo per esporgli la mia situazione? Grazie.
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Molto Interessante!
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Questo articolo mi fa riflettere sulla mia situazione e sulla difficoltà che probabilmente ho nelle mie relazioni rabbiose. Complimenti e grazie per la riflessione.
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